L’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma ha ospitato una vasta rassegna antologica del pittore spagnolo Canogar, ben noto nella cronaca d’arte italiana per aver spiccato decisamente tra le figure della Biennale di Venezia nel 1958.
Nella mostra sono esposte circa centocinquanta opere, tra cui le due celebri serie litografiche del 1969, realizzate al Tamarind Workshop, in USA.
La vicenda di Canogar è paradigmatica della situazione artistica tra gli anni 1957-1960, qui rappresentati e ci chiama a riflettere sulla crisi della nostra civiltà e della nostra cultura.
Nato alla pittura con l’esperienza informale, nella quale ha ricoperto immediatamente un ruolo di primo piano in campo internazionale, Canogar abbandona in seguito le esperienze esistenziali trasferendosi negli stati Uniti dove conosce Rauschemberg ed altri esponenti della pop culture. La sua prima reazione è quella di eseguire una pittura figurativa, legata alla cronaca, che Quintavalle definisce “pittura di eventi”: quadri ispirati agli astronauti, agli incidenti stradali, che sarà largamente imitata in Italia, e che risente ancora della gestualità e dell’estroversione informale.
Quello che l’artista intende puntualizzare è il nucleo dell’evento, sia attraverso l’assunzione di una situazione universale, sia attraverso la violenta drammaticità della sua opera.
Le sue opere, di un’arte socialmente impegnata, sono caratterizzate da una essenziale riduzione dei colori al rosso e al nero, largamente visibile nelle sue prove astratte. Sulla base di queste premesse di ritorno figurale, Canogar ha quindi condotto la sua esperienza ad estreme conseguenze. Le opere attuali, realizzate in compensato e resina sintetica, si presentano in sagome piatte che si alternano a figure in rilievo emergenti dal piano del quadro, ad invadere lo spazio del visitatore, grandi al vero.
Sono particolari di mani, di indumenti, di membra tese in gesti drammatici, intere figure di arrestati, di dimostranti caricati dalla polizia, scene di violenza ed altre di distacco che sembrano contrastare con queste, con operai che si abbracciano o si tendono la mano.
Guardando queste opere non è possibile non pensare alla situazione spagnola, di violenza e repressione, che si fonde con le aspirazioni libertarie delle masse operaie.
Il grigio e il nero predominante, che ricorrono così spesso nell’arte spagnola (da Goya a Picasso) trasmettono la volontà di comunicare una situazione sorda, cupa ed oscurantista.
Canogar rappresenta il punto di fusione tra vari momenti e fermenti delle scuole continentali.
La sua non è l’unica maniera di produrre un’arte d’impegno sociale, è solo una delle vie che si possono intraprendere.
Rafael Canogar
1971