Nel 2010 Pinuccio Sciola (1942-2016) ha donato allo CSAC 595 opere, tra sculture, pitture e bozzetti, che coprono un arco cronologico molto ampio, a partire dalla fine degli anni Sessanta fino a tempi più recenti.
Un percorso artistico che è un dialogo continuo con la materia, con la pietra – basalto e trachite, soprattutto –, dagli inizi figurativi alle opere astratte e alle “sculture sonore”, che sono diventate il simbolo della sua opera nell’immaginario collettivo.
Accanto al Prigione del 1967, il Gruppo scultoreo (2000-2008), installato dallo stesso artista nella corte dell’Abbazia di Valserena, è un compendio della sua ricerca. Una piccola Stonehenge di pietre megalitiche, come a San Sperate, da lui trasformato in paese-museo, in luogo-opera d’arte.
In ogni pietra Sciola sente la materia e trova la forma, la volumetria, lo spazio; e insieme, disposte in cerchio, le sette sculture dialogano tra se stesse e con lo spazio circostante. Le azioni di una scultura a levare – sbozzare, incidere, levigare – diventano forma e segno, assumendo una valenza costruttiva e grafica; la grafia di un linguaggio fuori dal tempo, ricordo di una memoria lontana, come quella della stessa abbazia di Valserena.
Davide Colombo