In uno dei cassetti del CSAC si trovano alcuni disegni di Piero Portaluppi relativi ai progetti di centrali elettriche eseguiti per la Società anonima per le Imprese Elettriche Conti. La società, fondata nel 1901 da Ettore Conti e Giuseppe Gadda, fratello del forse più noto Carlo Emilio, fu la responsabile per la produzione e la distribuzione dell’energia in molte zone del nord Italia fino al 1930, quando venne rilevata dalla Edison, che già ne possedeva la maggioranza azionaria sin dal 1922. Dal 1912 Conti aveva iniziato il rapporto professionale con l’architetto Portaluppi, con cui era imparentato, ed è proprio Portaluppi il responsabile per la progettazione e la realizzazione delle principali centrali della società, tra cui quella del Molare (in cui avvenne un tragico incidente nel 1935), il cui progetto è presente nella carpetta del CSAC, e quella di Crevoladossola, il cui disegno ci è parso particolarmente interessante. Si tratta di una tavola su cartoncino con tecnica mista di matita, china e tempera acquerellata, realizzata e firmata da Portaluppi nel 1923.
Già dal 1912 l’architetto lavorava per le industrie Conti di produzione e distribuzione di energia, realizzando i progetti delle centrali idroelettriche, e questo disegno ci è sembrato un’ottima sintesi della maniera di pensare spazi e persone del suo tempo.
Innanzitutto, sullo sfondo stilizzato delle montagne, lo sguardo incontra l’architettura “fantastica” della centrale: un mélange di dimore private e castelli, che in questo caso, si traducono in un capolavoro dell’architettura industriale, in stile Decò, di cui Portaluppi è uno dei principali esponenti, attraverso una fusione di stile piuttosto eclettica, dove però non c’è più la ridondanza decorativa che caratterizza il Liberty, per lasciare posto a geometrismi più contenuti. Dell’eclettismo del progetto – e della sua realizzazione, conclusasi nel 1925 – è testimone la torre orientaleggiante, in formato di pagoda, un richiamo che, con le sue origini religiose, rimette a quella che è la carica simbolica per celebrare l’elettricità. Ci sono, però, due aspetti che convivono nel disegno. Accanto all’impianto industriale, sul lato destro del quale corrono le severe linee di trasmissione, troviamo l’umorismo grafico del progettista, suo tratto caratteristico anche in altri disegni di progetto. Sul lato sinistro, il profilo della casetta coi fiori, i cui tratti rivelano quell’enfasi vignettistica negli spioventi e nello stile montano un po’ stereotipato che già era visibile in quattro tavole dedicate alle stagioni con le villette Girola, e che qui diventano, appena accennati, elementi il cui linguaggio architettonico è usato con grande libertà compositiva. Portaluppi, sin dai tempi in cui frequentava il Politecnico di Milano, tra il 1906 e il 1910, si era dedicato alle caricature e alle vignette, collaborando con riviste tra cui il Guerrin Meschino e L’uomo di pietra, con lo pseudonimo di Don Pedro Puerta Lopez. In questo disegno, l’ umorismo del Portaluppi si traduce nelle quattro figure che leggono un lungo papiro, due delle quali sembrano indossare uniformi stilizzate, ma i cui tratti sbozzati sono chiaramente caricaturali, inducendo a avvertire spunti volutamente originali innestati nella concezione strutturale del progetto.
Quindi: celebrazione dei riti industriali, si, ma allo stesso tempo, gusto caricaturale, attraverso questi personaggi in una situazione risibile.
Giulia Crippa