Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma
presenta
“Orfeo forever”
otto anni dopo la sua ideazione curata da Paolo Manfrin e dal compianto Umberto Fabi.
Sabato 26 novembre alle ore 17.30
Gli alunni della IIIA del Liceo Classico “Maria Luigia” metteranno in scena la narrazione dell’eternità di un mito, interpretando e personalizzando il testo arguto, comico, graffiante ma soprattutto saggio di Umberto Fabi, in una piece intervallata da una selezione di brani tratti da “Orfeo ed Euridice” di Christoph Willibald Gluck che verranno proposti quasi come “musica di scena” a servizio e a commento delle narrazioni proposte.
Prosegue così una felice sinergia iniziata lo scorso anno tra lo CSAC, la “Camerata Ducale di Parma” e il Convitto Nazionale “Maria Luigia” con la realizzazione di quell’evento unico che è stato “Buon compleanno Beethoven! nel 250° dalla nascita (+1)”.
Come scrive Paolo Manfrin, nel programma di sala:
“Senza dubbio possiamo affermare, al di là di barocchi filosofeggiamenti, che la Riforma di Gluck è meglio riuscita della Rivoluzione degli avvocati Danton & Co., cercando, a ragione, di ridonare equilibrio all’opera seria italiana, afflitta da un inesorabile decadenza artistica provocata da una disperata deriva esibizionistica, con un’azione tesa al ripristino dell’equilibrio tra musica e poesia, allo sfoltimento e superamento di astruse e ridondanti trame poetiche ed eccessi vocali traducibili unicamente in gorgheggianti e lirici gargarismi atti a valorizzare la prestanza “atletica” del cantante-star presente, per lo più castrato.
Possiamo anche definire il Cavaliere un antesignano del moderno teatro di regia, cercando, a quanto ne sappiamo, di dare motivazioni d’azione ai suoi “attori”, in una forma di teatro non più eseguita per apparire ma per essere.
Con uno sguardo alla riesumata Unità aristotelica, frantumatasi in pezzi di bravura a opera degli autori e cantanti suoi contemporanei, Gluck riuscirà a riportare l’opera seria al suo giusto rigore drammaturgico, un lavoro che darà i suoi frutti e avrà la sua giusta eredità nei capolavori musicali del diciannovesimo secolo: quanto amerà questo “modus operandi” un gigante come Richard Wagner…
Possiamo quindi considerarlo uno dei Padri del Melodramma.
Un Padre della Rivoluzione.
Il lavoro che desideriamo presentare avrà come filo conduttore l’innovazione musicale e teatrale che il grande compositore tedesco ha imposto, non senza fatica e sacrifici, all’attenzione del mondo culturale e artistico del suo secolo, illustrandone l’opera non per il suo classicismo ma nella sua modernità”.
Ingresso € 5
Per prenotazioni: csac@unipr.it
Fino ad esaurimento posti