Mostra 1968. Un Anno

Fino al 29 settembre all’Abbazia di Valserena
una mostra dedicata all’anno che rivoluzionò l’Italia.

 

1968. Un Anno, un grande racconto che si concentra, attraverso un taglio rigorosamente sincronico, su un anno chiave della storia del Novecento, restituito attraverso un’indagine all’interno dell’archivio dello CSAC, il cui primo nucleo nasce proprio nel 1968 e che oggi, a cinquant’anni di distanza, vanta una raccolta di oltre 12 milioni di materiali originali nell’ambito della comunicazione visiva e della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo.

Attraverso idee, utopie, opere, progetti e oggetti datati o correlati all’anno 1968, individuati all’interno dei diversi fondi conservati allo CSAC, questa mostra vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici (i nuovi miti e i nuovi riti), e una nuova riflessione sul corpo e sull’ambiente, che esplosero in quell’anno. Ambiti e linguaggi differenti sono così affiancati per affrontare le contaminazioni e la coesistenza di diversificate culture.

Con la mostra 1968. Un Anno – a cinquant’anni esatti dall’esposizione dedicata a Concetto Pozzati, organizzata dall’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma, che darà inizio al primo nucleo di opere della futura Sezione Arte dello CSAC – non si vuole suggerire uno sguardo univoco, ma una serie di contraddizioni, confronti e nuove prospettive. Si intende proporre una riflessione sul tempo e sul concetto di sincronia che un grande archivio costituito da tracce di processi di ideazione, progettazione e realizzazione, è in grado di mettere in discussione.

L’ossatura della mostra all’interno del suggestivo spazio della Chiesa abbaziale di Valserena è costituita da una lunga timeline, composta da oggetti, immagini e cronache, affiancata da una sequenza di approfondimenti dedicati alla trasformazione del sistema delle immagini e delle differenti scale del progetto degli spazi e del territorio.

1968. Un Anno

20 ottobre 2018 – 29 settembre 2019. 

Mercoledì, giovedì e venerdì 15-19.
Sabato e domenica 10-19

Prenota il tuo biglietto


Biglietti

Intero: 10 euro.
Ridotto per gruppi a partire da 10 fino a 20 persone e convenzioni: 8 euro.
Ridotto per gruppi oltre le 20 persone; ragazzi dai 13 ai 18 anni; studenti universitari; docenti delle scuole e delle università statali europee; Personale e docenti dell’Università di Parma: 5 euro.
Studenti dell’Università di Parma: 3 euro.
Ridotto per gruppo scolastico delle scuole superiori: 3 euro.
Ingresso gratuito per gli under 13, studenti dell’Università di Parma accompagnati da un docente, giornalisti, guide turistiche interpreti in servizio, portatori di handicap e accompagnatori.
Prezziario completo e convenzioni.


Abbazia di Valserena
Strada Viazza di Paradigna, 1, Parma
t. +39 0521 033652
info@csacparma.it

Emilio Vedova, Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Mario Ceroli, Concetto Pozzati, Claudio Verna, Aldo Borgonzoni, Fabrizio Plessi, Rafael Canogar e William Xerra sono alcuni dei protagonisti di quella ricerca artistica che nel 1968 costituisce un punto di riferimento fondamentale per altri progetti legati all’immagine: come i reportage e le sperimentazioni fotografiche di Uliano Lucas, Nino Migliori, Mario Cresci, Carla Cerati, Ugo Mulas, a confronto con la cronaca registrata dalla agenzia Publifoto Roma; oppure le differenti strade del progetto grafico, pubblicitario e editoriale, che vede proprio nel 1968 la creazione del nuovo font Forma per la fonderia Nebiolo da parte di Aldo Novarese, affiancato da un team composto da Franco GrignaniGiancarlo IliprandiBruno MunariIlio Negri, Till Neuburg, Luigi Oriani e Pino Tovaglia; o ancora l’esplosione della cultura beat e underground, con il progetto di Ettore Sottsass per la rivista “Pianeta Fresco”. Il linguaggio della satira sarà invece rappresentato da autori quali Renato Calligaro e Roberto Perini.

I molteplici canali della comunicazione televisiva sono raccontati attraverso i progetti di Armando Testa per Carosello, ma anche dai padiglioni RAI di Achille e Pier Giacomo Castiglioni e di Archizoom, oppure con la trasformazione degli apparecchi radio e TV prodotti da Brionvega.

La riflessione sul corpo è rappresentata a differenti scale: dal gioiello all’abito, dall’ideazione di nuovi luoghi della cultura giovanile alla ridefinizione della scena e alla riappropriazione dello spazio pubblico. Il confronto di molteplici sistemi di segni e iconografie avviene attraverso manifesti, progetti di abiti, rappresentazioni di gesti e reportage fotografici: dall’immaginario cinematografico e teatrale con i costumi provenienti dall’archivio della sartoria di Piero Farani (per i film Barbarella e Il cavaliere inesistente, per il teatro con Il Barone di Birbanza) alle sfilate happening ideate per Mare Moda Capri (Walter Albini) all’affermazione dell’uomo moda (Carlo Palazzi) e della maglieria (Albertina e Krizia).

La scala si amplia rispetto al progetto architettonico e territoriale: lo spazio dell’abitare è ridefinito da nuovi oggetti esito di sperimentazioni materiche (la poltroncina Jumbo di Alberto Rosselli) e da riflessioni metodologiche sul progetto di design come quelle di Enzo Mari. La città con le sue periferie cresce attraverso importanti interventi come il Gallaratese di Aymonino, o il quartiere Paolo VI di Taranto della Nizzoli Associati, mentre Gio Ponti riflette sulla forma del grattacielo. Le nuove infrastrutture che stanno trasformando l’Italia come i tratti autostradali con i suoi autogrill (come quello di Renzo Zavanella), o la modificazione delle coste con la creazione di insediamenti turistici (come la Costa Smeralda di Luigi Vietti e i villaggi Touring di Roberto Menghi), o con cui si vuole intervenire sul paesaggio come avviene con il concorso per il ponte sullo Stretto di Messina (qui rappresentato dalle proposte di Giuseppe Samonà e Pierluigi Nervi).

 

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1968. Un Anno è curata da un gruppo di ricerca coordinato da Francesca Zanella e composto da Paolo Barbaro, Mariapia Branchi, Claudia Cavatorta, Giulia Daolio, Lucia Miodini, Paola Pagliari, Simona Riva (CSAC), Cristina Casero, Elena Fava, Roberta Pierangela Gandolfi e Valentina Bocchi, Sara Martin (Università di Parma), Chiara Torcianti (responsabile dell’archivio Reggio Africa per Istoreco – Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia), Giacomo Giuntini (Fondazione Teatro Due).

Hanno collaborato alla ricerca e alla realizzazione della mostra Francesca Asti, Giorgetta Leporati, Antonella Monticelli, Marco Pipitone, Danilo Rubino, Barbara Zerbini.

Grafica e allestimento della mostra sono a cura di Daniele Ledda (xycomm) ed Elisabetta Terragni (Studio Terragni Architetti).


 

1968. Un Anno

20 ottobre 2018 – 29 settembre 2019

Ingresso
Biglietto: 10 euro
Visita guidata in italiano per gruppi: 14 euro (da 5 a 10 persone); 12 euro (da 11 in avanti).
Per tutte le riduzioni,  informazioni aggiornate: www.csacparma.it/visita

Orari
Mercoledì, giovedì e venerdì: dalle ore 15 alle ore 19
Sabato e domenica: dalle ore 10 alle ore 19
Lunedì chiuso
Martedì chiuso con possibilità di prenotazione per gruppi su appuntamento

Dove
Abbazia di Valserena
Via Viazza di Paradigna, 1, 43122 PARMA
+39 0521 607791
Prenotazione del biglietto: servizimuseali@csacparma.it