La tana del lupo si propone come mostra critica sul giocattolo contemporaneo, organizzata dal gruppo di studio formato da studenti dell’Istituto di Storia dell’arte dell’Università di Parma, sotto la direzione culturale di Arturo Carlo Quintavalle.
Questa mostra rientra a pieno titolo nella tradizione metodologica che l’Istituto ha inaugurato: prosegue ed amplia ulteriormente l’indagine e lo studio dell’intervento critico sui mezzi di comunicazione di massa e sulla comunicazione visuale.
Il perno centrale dell’iniziativa è il grande potere condizionante del giocattolo nella nostra società, sia a livello sociologico che psicologico sul bambino, che è il cittadino di domani.
L’oggetto giocattolo, nel trasformarsi in oggetto di comunicazione, palesa dietro di sé intenzioni omogenee e determinate.
Naturalmente il giocattolo ha diversi livelli di lettura, così come a diverso livello agiscono i modelli di comportamento imposti per suo mezzo al bambino, e la mostra ha cercato di cogliere questa stratificazione, anche attraverso l’articolazione degli strumenti tecnici di esposizione, dall’ingrandimento fotografico su pannelli a l’esposizione diretta di ogni giocattolo, dai pannelli con didascalie esplicative alla rappresentazione drammatizzata di alcune situazioni di fruizione del giocattolo nella sua rigida presentazione.
Il taglio della mostra e del catalogo (con oltre 200 pagine, un articolato saggio introduttivo, schede analitiche per ogni giocattolo, con oltre 250 illustrazioni) è sincronico, ovvero punta esclusivamente al giocattolo contemporaneo.
La mostra si rivolge quindi, ai bambini, ai ragazzi, ma forse ancora più ai genitori, agli educatori, ai responsabili politici ed amministrativi. Può forse non essere immediatamente comprensibile, ma il balocco che distrae il neonato, il trenino o il fucile ad aria compressa che la Befana lascia nella calza dei bambini, premio della loro bontà, la bambola e la lavatrice automatica in miniatura che la bimba trova ad attenderla l’ultimo giorno di scuola a coronamento e premio per un buon anno scolastico, assolvono una funzione di precoce condizionamento.
L’ideologia dominante informa di sé sempre più profondamente ogni manifestazione e ogni aspetto della vita privata e della vita di relazione delle persone.
Anche il giocattolo sarà pertanto un oggetto ideologizzato, con una sua finalizzata funzione e conseguenze determinate sul modo di comportarsi e di pensare dei soggetti. Studiare e valutare questa funzione e queste conseguenze può senza dubbio rivestire un profondo significato scientifico e culturale, ma la prima dimensione in cui questa iniziativa si colloca è certamente quella dell’intervento, non accademico ma impegnato e coinvolgente, nel dibattito generale sulla società di massa e sugli strumenti operativi che possano in qualche modo porsi in funzione alternativa.