Mitografie del femminile nei manifesti delle collezioni CSAC
Parma, Palazzo Pigorini
dal 1 aprile al 14 maggio 2017
Inaugurazione al pubblico Sabato 1 aprile 2017 ore 17.00
La mostra IL COLORE DELLE STELLE Mitografie del femminile nei manifesti delle collezioni CSAC, a cura di Michele Guerra e Sara Martin, promossa dal Comune di Parma, ricostruisce le irripetibili mitografie del femminile costruite e narrate dalla nostra tradizione attraverso una selezione di bozzetti e manifesti fra le oltre 9000 opere presenti nella collezione dello CSAC.
Il percorso espositivo si sofferma soprattutto sui decenni che vanno dagli anni Quaranta agli anni Sessanta e su figure chiave quali quelle di artisti come Anselmo Ballester, Averardo Ciriello, Angelo Cesselon, Manfredo Acerbo, Giorgio Olivetti.
La mostra è organizzata nell’ambito della seconda edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, manifestazione culturale dedicata alla creatività contemporanea italiana in programma a Parma dal 1 aprile al 14 maggio.
Il manifesto cinematografico ha una sua vita e una sua storia, è un’emanazione del film che promuove, ma possiede un’autonomia che ne fa uno strano luogo, capace di condensare al suo interno contemporaneamente l’attesa e il ricordo.
Se da una parte l’illustrazione racconta il film creando nello spettatore aspettative e sogni, dall’altra diventa un luogo della memoria, fino a trasformarsi in un cimelio da conservare e collezionare. Nei manifesti filtrano, appena abbozzate, le trame, i sentimenti, le relazioni tra i personaggi e al contempo gli elementi decisivi dell’industria cinematografica: i divi, i generi, addirittura le innovazioni tecnologiche.
I manifesti che promuovono i film sono stati per anni veri e propri dipinti destinati a rivestire i muri delle città e le pareti dei cinematografi e hanno raccolto e trattenuto alcuni degli aspetti fondamentali di un’epoca, dandoci la possibilità di comprenderne i costumi e le identità culturali a diversi livelli, a partire dall’incrocio tra il prodotto cinematografico e gli elementi pittorici e grafici, che spesso guardano a forme di narrazione popolare come l’illustrazione o il fumetto, ma in altri casi si confrontano con più nobili tradizioni pittoriche e fotografiche.
Ci sono molti modi di costruire e di impostare il manifesto, ma è la “star”, col suo volto, il suo corpo, i suoi occhi ad essere il soggetto privilegiato. La stella infiamma il quadro, condensa il senso del film e quello del cinema, attrae e promette, trasfigura eppure avvicina.
Dive del cinema come Ingrid Bergman, Rita Hayworth, Anna Magnani, Grace Kelly, Sophia Loren, Lucia Bosè, Liz Tayolr, Gina Lollobrigida accompagnano il visitatore in una selezione che ha l’obiettivo di raccontare “i colori delle stelle”, le tinte e i sentimenti forti di quelle figure semidivine che nei bozzetti e nei manifesti recuperavano cromatismi incendiati che i film raramente potevano restituire e che favorivano la loro trasfigurazione e la loro assunzione a icone di stile, capaci di sfidare i tabù della propria epoca e di fissare un immaginario cui il Novecento ha a lungo guardato con speranza e fiducia.