In questa mostra l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Parma, in collaborazione con il Moma di New York, espone una mostra postuma antologica di Dorothea Lange, una delle fotografe più importanti della contemporaneità americana.
La selezione comprende 75 immagini e va dai primi lavori degli anni ’20 al periodo passato nella Farm Security Administration sino alle ultime opere eseguite alla fine degli anni ’50.
Lange ha saputo trarre dalla fredda meccanica dell’obbiettivo immagini di struggente poeticità e lirismo o di travolgente critica sociale.
Dorothea Lange, dietro il suo strumento, ha fissato per sempre le immagini d un’America povera, l’America dei diseredati, dei “poveri bianchi”, degli immigrati, dei piccoli coltivatori del lsud affranti nella sterminata pianura desertica ed aggrediti dalla pellagra e dalla fame.
John Szarkowski ha scritto: “Il lavoro di Dorothea Lange non era diretto alla ricerca del piacere estetico, ma verso l’interesse sociale. La bellezza per lei non era un fine, ma una prova del successo, una dimostrazione che qualcosa di importante era stato chiaramente individuato e graficamente fissato. Una bella immagine, per la correttezza, richiede contemplazione e questo era il risultato che ella desiderava”.
La Lange era per scelta un’osservatrice sociale e un’artista per istinto, ecco perché nelle sue fotografie l’immagine ed il suo commento sono inseparabili.