L’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università degli studi di Parma ha proposto una mostra con l’intento di voler rappresentare di fronte alla “menzogna” la voce della verità, avvalendosi dei maggiori rappresentanti della poesia visiva, dell’arte concettuale e comportamentistica.
Con un tono vivacemente polemico neo-dada, questa mostra sottende un’azione politica, che non sbandiera rivoluzioni, ma tenta una politica della cultura che contesti gli andazzi autoritari del mondo dell’arte.
Si tratta di una mostra autogestita da vari artisti, Adriano Altamura, Luciano Fabro, Emilio Isgrò, Elio Marchegiani, Plinio Martelli, Fabio Mauri, Idetoshi Ngasawa, Ferdinando Tonello, Antonio Trotta, contro la mediazione dei critici ed in nome di un controllo completo della loro arte.
L’Istituto non solo li ospita, ma ha collaborato attivamente a rendere pubblica la loro azione collettiva mediante una grande cooperazione tra il centro culturale e gli artisti.