Venerdì 16 giugno alle ore 9.30 si terrà allo CSAC dell’Università di Parma la tavola rotonda Chi ha paura dell’Archivio, un primo momento di riflessione sulle diverse collezioni che, negli ultimi decenni, si sono dichiarate come archivi. Con Francesca Zanella (CSAC) interverranno Giorgio Bacci (Capti, Scuola Normale Superiore di Pisa), Cristina Baldacci (ICI Berlin Institute for Cultural Inquiry), Giulia Crippa(Università di San Paolo, Brasile), Stéphanie Manfroid (Mundaneum, Bruxelles), Marco Scotti (MoRE Museum / Università di Parma), Marta Sironi (Università di Parma).
Chiamiamo infatti archivi luoghi che mantengono della definizione più tradizionale solo alcuni aspetti, mentre assumono un ruolo di rilievo testi, oggetti e materiali per lungo tempo marginalizzati e dimenticati dalla critica tradizionale. Il tema scelto nasce dalla riflessione sia sulle scelte della composizione delle collezioni archivistiche, sia nella dialettica che queste nuove realtà hanno creato tra utenti e pubblici, nelle loro declinazioni di documento e monumento, tra serialità e possibilità espositive, ampliando il campo archivistico verso una valorizzazione di oggetti, testi e linguaggi forse poco considerati dall’archivistica tradizionale. Se l’archivio è stato, per lungo tempo, uno strumento ordinato di documentazione alla base della struttura memoriale del passato, oggi gli archivi sono invenzione, e le loro narrative sono costruzioni composte dai materiali selezionati da gruppi o individui che gli danno forma, contenuto, nuovi significati, come dimostrano anche in modo esemplare gli artisti che adottano l’archiviazione come pratica artistica. Dal momento in cui è diventato possibile definire l’archivio, nelle parole di Deleuze, come album audiovisivo di un’epoca, visibilità e enunciabilità sono diventate gli strati delle formazioni storiche che costituiscono il corpus degli archivi, la cui entità produttrice può essere individuata nella società stessa. Il termine archivio si mantiene radicato nella percezione di luoghi e collezioni che, forse, allo stesso tempo in cui richiedono pratiche di archivio tradizionali anche quando questo termine comprende categorie nuove di documenti, rimettono a concetti e riflessioni più ampie sulla memoria culturale.
Le questioni che orienteranno la tavola rotonda sono, quindi, legate a questi nuovi processi. Per questo, è stato proposto ai partecipanti di intervenire con riflessioni che permettano di:
1. Discutere se esiste un archivio “tradizionale” e un archivio “ibrido” e le relazioni che stabilisce con la fruizione culturale.
2. Identificare le caratteristiche del collezionismo che genera archivi.
3. Osservare la relazione tra archivi ed esposizione.
4. Definire differenze e identità tra pubblici e utenti degli archivi oggi.
5. Discutere le metodologie e l’impatto delle tecnologie nella comunicazione degli archivi.
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