Argento nero. Percorsi e ricerche nel Fondo Vasco Ascolini al CSAC

Abbazia di Valserena, Sala delle Colonne, strada Viazza di Paradigna 1 43123 Parma PR

0521 903649

servizimuseali@csacparma.it

Inaugurazione mostra: 15 ottobre 2022 ore 11.00

Apertura mostra: 15 ottobre 2022 – 23 dicembre 2022

Incontro con l’Autore: 22 ottobre 2022 ore 17

(giornata Archivi aperti organizzata da Rete Fotografia)

Visita guidata all’archivio e incontro con l’autore: 19 novembre 9.30-12.30 (in collaborazione con la manifestazione ColornoPhotoLife)

Orari di apertura museo: venerdì 9.00-15.00 | sabato e domenica 10-19 Da martedì a giovedìvisite guidate alla mostra su appuntamento

Argento nero.

Percorsi e ricerche nel Fondo Vasco Ascolini al CSAC.

 

Vasco Ascolini, nato nel 1937 a Reggio Emilia dove vive e lavora, è maestro della fotografia internazionalmente riconosciuto e punto di riferimento di una linea di ricerca che vede nella scrittura in un essenziale bianco e nero – quello della fotografia analogica, dei sali d’argento – il raccordo tra documentazione e espressione soggettiva.
Il suo rapporto con la fotografia inizia nel 1965 ed è segnato da una particolare attenzione alle varie declinazioni dell’arte, da quella contemporanea all’antico, da un’assidua frequentazione professionale – dal 1973 al 1990 – delle scene teatrali, da regolari committenze da parte di musei quali il Louvre, il Carnavalet, il Rodin.
Nel suo lungo percorso l’Autore è sostenuto dalla stima e collaborazione di storici delle arti visive, come Ernst Gombrich – che si serve di sue immagini come exempla per fondamentali testi teorici sull’iconismo-, Helmut Gernsheim, Aaron Scharf. L’incontro con Michèle Mouthasar nel 1990 e il conseguente incarico per una ricognizione della città di Arles inaugura un rapporto, che non verrà mai interrotto, con il Festival che fa della località francese una delle capitali della fotografia mondiale.
La fotografia di Vasco Ascolini è stata spesso collocata nell’area della metafisica, della sospensione del tempo in uno spazio sempre interiore; la sua trascrizione tonale è sempre libera, sovente tendente ai toni bassi, quasi in un’incessante opera al nero di sapore alchemico. Questo aspetto emerge con particolare rilievo nella mostra proposta da CSAC, tappa di un lungo rapporto tra il fotografo e l’istituzione, che inizia negli anni Settanta, quando il fotografo ha modo di seguire i corsi di Arturo Carlo Quintavalle presso l’Ateneo parmense. Sono state selezionate, all’interno del corpus di opere recentemente acquisite, fotografie in massima parte realizzate personalmente dall’Autore, tratte da serie dichiaratamente sorrette da un ‘corpo a corpo’ con il lavoro di artisti: Eugène Delacroix, Odilon Redon, Francis Bacon, James Ensor. L’esposizione si avvale poi di annotazioni autografe, documenti, volumi provenienti dalla ricca biblioteca del fotografo – anch’essa in gran parte ceduta all’Università – che testimoniano la profondità della riflessione di Vasco Ascolini. L’articolazione apparentemente involontaria della materia dell’immagine, dei neri che mangiano e restituiscono la luce in infinite e sottili modulazioni nella scultura ceramica Primario di Carlo Zauli (1972, dalla Sezione Arte del CSAC), esposta come parte integrante della mostra, oltre all’assonanza con le stampe esposte testimonia di una delle radici della vicenda del fotografo: la sua frequentazione dell’Istituto Chierici di Reggio Emilia, la sua attenzione alla scultura di Gaetano Baglieri (e del lavoro del suo maestro Zauli), una frequentazione ed amicizia sorta all’inizio di una straordinaria vicenda, quella di Vasco Ascolini, che non investe solo la fotografia.
La mostra è presentata dal CSAC nell’ambito del festival Il Rumore del Lutto (XVI Edizione) e della ormai consolidata collaborazione con l’Associazione di promozione sociale “Segnali di Vita”.

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