in collaborazione col Museum of Modern Art di New York, l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma organizza una mostra di fotografia contemporanea, esponendo le opere di undici fotografi considerati tra i più rappresentativi esponenti della giovane fotografia americana degli anni Sessanta, con lo scopo di fornire un panorama il più possibile completo delle tendenze che contrassegnano questa attività artistica.
Questa mostra estende e amplia ulteriormente il discorso sull’odierna comunicazione visiva come elemento indispensabile della divulgazione della storia e della cultura portato avanti dall’Istituto.
La caratteristica della mostra, costituita da 110 immagini, è quella di presentare opere di fotografi che possono essere considerati indipendenti, cioè non legati alle esigenze dei normali circuiti commerciali che condizionano la fotografia contemporanea.
Ne deriva, quindi, una totale libertà di scelta dei mezzi e dei temi, ed una completa possibilità di esplicazione della personalità e della cultura del fotografo.
Accanto a temi che ci richiamano la tradizione storica della fotografia diretta, attenta alla registrazione fedele del reale, intesa come reazione alle tendenze del pittorialsimo imperante agli inizi del secolo e rappresentata da un gruppo di opere di Sinsabaugh, Meyerowitz, Friedlander, Krause, che fotografano momenti ed aspetti dell’America odierna, o ancora accanto alla tradizione del paesaggismo di Weston e soprattutto di Adams da cui muove Caponigro, si debbono registrare la presenza del realismo dell’indagine sociologica di Davidson e della profonda partecipazione umana delle fotografie di Capa, Seymour e Cartier Bresson.
Un altro cospicuo numero di opere muove dal rinnovamento della cultura visuale americana causata dalla presenza di Duchamp e Picabia e da tutta quella serie di ricerche che da loro origina, e si unisce alla presenza del surrealismo , soprattutto quello di Magritte.
La principale caratteristica della nuova fotografia americana si configura nel rapporto tra la ricca tradizione storica del realismo e le moderne proposte culturali; così essa supera il livello di semplice registrazione del reale, il puro e semplice dato documentario per divenire avanzata forma di cultura visuale, di “costruzione” di immagine.
Il catalogo reca scritti di John Szkarkowski, direttore del Department of Photography-Museum of Modern Art, di Arturo Carlo Quintavalle e Massimo Mussini e conta 53 riproduzioni di opere esposte.